La società di cloud storage Backblaze ha pubblicato nuovi dati che mostrano che i tassi di rottura dei suoi SSD sono quasi pari a quelli dei dischi rigidi (HDD). In un recente post sul blog, Backblaze ha pubblicato la sua analisi delle unità SSD e HDD, la quale è basata su dati reali di utilizzo. L’azienda impiega le statistiche SMART per controllare lo stato delle unità e ha affermato di non sapere perché i suoi SSD abbiano un tasso di guasto così elevato in questo momento.

Backblaze definisce un’unità difettosa sia quando non sta funzionando correttamente che quando è in procinto di guastarsi. Per prevedere quest’ultimo caso, l’azienda utilizza le statistiche SMART interne delle unità, registrando i tassi di errori di lettura, il livello di usura, le ore di accensione, il conteggio totale degli errori del programma e altro ancora. Per rendere l’analisi più utile, Backblaze ha preso in considerazione solo le unità di avvio nei suoi server, invece delle unità di archiviazione principali. Queste hanno un utilizzo quasi costante dall’avvio del server alla lettura, scrittura ed eliminazione di file, con un tempo di inattività molto ridotto.

Dal 2018, Backblaze ha utilizzato una combinazione di SSD e dischi rigidi per le unità di avvio nei suoi server, rendendo l’azienda il candidato ideale per questo tipo di test.

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